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Mito e metamorfosi dell’alluminio.

Nel cuore di Milano, tra il rigore archeologico e la vocazione contemporanea della Fondazione Luigi Rovati, prende forma una mostra che racconta mito e metamorfosi dell’alluminio.

“Lakapoliesis”, nuovo progetto espositivo dell’artista e designer Matteo Cibic, presentato in concomitanza con MiArt e la Milano Design Week 2025, coniuga mito, ironia e sostenibilità, grazie allo studio intorno a questo materiale.

Il titolo, volutamente enigmatico, evoca la nascita (πόλις) di qualcosa di “altrimenti possibile”, frutto di un pensiero plastico e immaginifico che reinterpreta il rapporto tra forma e materia.

Protagoniste dell’allestimento sono due sculture inedite, simboli di un’ecologia visionaria e materica, realizzate in alluminio, materiale scelto per la sua leggerezza formale, ma anche per il suo valore simbolico: riciclabile all’infinito, eterno nella trasformazione, come l’arte stessa.

Una liturgia del metallo

Nel giardino della Fondazione, le due opere si stagliano come totem futuristi, forme organiche eppure siderali, che sembrano appartenere a una civiltà ancestrale mai esistita.

Cibic invita il pubblico a non “guardare” semplicemente, ma a immergersi in un racconto materico che si fa rito urbano, fatto di riflessi metallici, trasparenze e contrasti.

A dialogare con le sculture, un gesto curatoriale semplice ma potente: all’ingresso della mostra, ai visitatori viene offerta acqua in lattina con etichetta trasparente, un’azione che rafforza il concept materico dell’intervento.

Inoltre, grazie alla partnership con CIAL – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, le lattine di acqua personalizzate, una volta consumate, sono raccolte in appositi contenitori e avviate a riciclo a fine manifestazione, a simboleggiare la continuità del ciclo vitale del materiale.

Arte da indossare, arte che resta

Non è tutto: al termine del percorso espositivo, gli ospiti ricevono in omaggio una t-shirt in cotone biologico personalizzata con una stampa serigrafica in argento mylar, che riprende l’estetica delle opere di Cibic.

Anche qui, il riflesso dell’alluminio diventa segno, linguaggio, testimonianza: l’arte entra nella vita quotidiana, si indossa, si ricorda.

“Lakapoliesis” è dunque molto più di una mostra: è una esperienza circolare, che attraversa la materia, il gesto e la memoria, per raccontare mito e metamorfosi dell’alluminio. Una proposta artistica coerente con lo stile di Matteo Cibic, da sempre sospeso tra funzionalità e sogno, design narrativo e oggetto poetico.


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